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Lo sciopero nazionale dei dipendenti Lidl, che ha coinvolto l’intera Italia, ha assunto un particolare rilievo anche ad Asti. A ricordarlo è stato Marco Grimaldi, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs), nella sua interrogazione parlamentare presentata alla Ministra del Lavoro Marina Calderoli. «Sabato 24 maggio i lavoratori della Lidl hanno partecipato a uno sciopero nazionale con un’adesione straordinaria, come ad esempio ad Asti», ha sottolineato Grimaldi.

Entrando nei dettagli, il deputato ha evidenziato: «Il gruppo tedesco in Italia fattura 7 miliardi di euro e ha registrato un utile ante imposte di 1,3 miliardi negli ultimi cinque anni». Tuttavia, per adeguare gli stipendi, Lidl ha offerto solo 200 euro in buoni spesa, aumentati successivamente a 300, più un una tantum di 100 euro lordi. «Il problema non è solo economico – ha aggiunto Grimaldi – ma riguarda anche un modello organizzativo insostenibile: carichi di lavoro eccessivi, flessibilità estrema e assenza di programmazione che impattano in particolare sugli orari del personale part-time, che rappresenta il 75% della forza lavoro».

I dati sull’adesione allo sciopero confermano il malcontento: a livello nazionale l’80%, mentre nell’Astigiano la partecipazione è stata del 92% al punto vendita di corso Casale (22 su 24), dell’87% in corso Venezia (13 su 15) e del 90% nel negozio di Canelli.

Il territorio astigiano presenta inoltre aspetti peculiari nel rapporto con Lidl. «I cittadini ricorderanno la controversia legata alla rilocalizzazione del punto vendita da corso Venezia a corso Savona, nell’area dell’ex Mulino Valente – spiegano i consiglieri comunali di UnitiSiPuò, Vittoria Briccarello e Mauro Bosia –. L’operazione ha portato a un aumento della metratura, migliori condizioni espositive e visibilità, ma resta incerto il futuro utilizzo del capannone lasciato e soprattutto pesa la questione dell’abbattimento di sette platani secolari, alti oltre 15 metri, abbattuti nella notte tra il 14 e il 15 aprile».

I consiglieri sottolineano che Lidl ha promesso interventi ambientali e un ripristino arboreo, che saranno attentamente monitorati. Tuttavia, alla luce dello sciopero, la situazione si fa più complessa: «Le politiche locali sembrano privilegiare gli interessi economici a scapito dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori, oltre che dei piccoli commercianti della zona che ancora resistono», denunciano Bosia e Briccarello.

«Di fronte a questa vertenza – aggiungono – riteniamo fondamentale che l’amministrazione locale conosca a fondo le condizioni di vita e lavoro dei cittadini impiegati presso Lidl». Le testimonianze raccolte durante il presidio di sabato ad Asti parlano chiaro: «Siamo costretti a fare le pulizie da soli, comprando scope e materiali di tasca nostra», raccontano alcuni dipendenti. «In quattro gestiamo oltre 1.300 metri quadrati di area vendita», aggiungono, sottolineando la difficoltà di conciliare la vita privata con turni e chiamate di lavoro a breve preavviso.

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