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Confagricoltura Asti accoglie positivamente l’annunciata programmazione triennale degli ingressi di 500.000 lavoratori stranieri in Italia, contenuta nel nuovo DPCM, ritenendola un passo importante nella direzione delle esigenze del comparto agricolo.
«È una misura che avevamo sollecitato da tempo – commenta Mariagrazia Baravalle, direttrice di Confagricoltura Asti – per garantire una pianificazione affidabile degli ingressi, in tempi certi e con procedure più snelle. Finalmente si va verso una logica più strutturata, in grado di rispondere concretamente alle necessità delle imprese agricole».
Per quanto riguarda le quote stagionali, i 88.000 ingressi previsti per il 2026 sono considerati in linea con la domanda reale, anche se leggermente inferiori al fabbisogno complessivo, che per l’agricoltura si aggira intorno ai 100.000 addetti.
Tuttavia, Confagricoltura richiama l’attenzione sulle criticità ancora esistenti sul fronte delle procedure: «Ad oggi – continua Baravalle – dopo il Click Day di febbraio, pochissimi lavoratori sono effettivamente entrati in Italia, mentre in campagna le operazioni di raccolta sono già iniziate da mesi. Le imprese sono in difficoltà: avevano presentato le domande già a novembre 2024, contando sulla presenza tempestiva della manodopera per i raccolti».
Confagricoltura rinnova quindi la richiesta di semplificare il sistema di assegnazione delle quote, superando l’attuale meccanismo del Click Day a favore di una procedura continuativa, che consenta l’inserimento delle domande in qualsiasi momento dell’anno, con indicazione del periodo di impiego e del tipo di contratto offerto. La proposta è quella di un canale dedicato per l’invio delle richieste da parte delle organizzazioni di categoria, all’interno delle quote stabilite.
Sulla questione interviene anche il presidente di Asti Agricoltura, Gabriele Baldi: «È fondamentale accelerare anche le pratiche di conversione dei permessi di soggiorno in permessi di lavoro subordinato, per stabilizzare i rapporti già attivi con i lavoratori stagionali e garantire maggiore continuità occupazionale alle nostre imprese».
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