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È scattato il termine per effettuare il secondo trattamento obbligatorio contro la Flavescenza dorata nelle vigne, da completarsi entro il 30 giugno, durante lo stadio fenologico di pre-chiusura del grappolo. In presenza di vegetazione sintomatica, questa dovrà essere asportata e la pianta malata capitozzata, dopo aver effettuato il trattamento e osservato il tempo di rientro di 48 ore, per eliminare la fonte di fitoplasma trasmesso dall’insetto vettore Scaphoideus titanus.

I trattamenti devono salvaguardare gli insetti pronubi, con particolare attenzione a fioriture spontanee e condizioni di vento, ed evitare fenomeni di deriva, rispettando distanze di sicurezza da aree frequentate da soggetti vulnerabili come parchi, scuole e strutture sanitarie. Le operazioni devono svolgersi preferibilmente in orari di minor frequentazione e con prodotti anti-deriva.

Sul fronte scientifico, Elisa Angelini del Crea Viticoltura Enologia di Conegliano – in collaborazione con Coldiretti Asti – spiega che, mentre per funghi come Oidio e Peronospora sono note varietà resistenti, per la Flavescenza dorata (malattia causata da un fitoplasma trasmesso dallo Scaphoideus titanus) non esistono ancora varietà completamente resistenti. Sono però in corso studi genetici su incroci tra varietà poco suscettibili, come Tocai friulano e Moscato bianco, e molto suscettibili come Chardonnay, per individuare geni di resistenza.

La Presidente di Coldiretti Asti Monica Monticone e il Direttore Giovanni Rosso sottolineano l’importanza della ricerca, che sta coinvolgendo vivaisti e viticoltori in Piemonte e Veneto, con l’obiettivo di creare nuove varietà bianche resistenti alla malattia.

Nel frattempo, il Responsabile Tecnico Antonio Bagnulo ricorda che, oltre alla lotta all’insetto vettore, è fondamentale intervenire tempestivamente eliminando le piante infette per limitare la diffusione della Flavescenza dorata.

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