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L’assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi difende i risultati ottenuti nella lotta alle liste d’attesa durante una tappa ad Asti del suo tour informativo, definito "Operazione Verità". «Non abbiamo risolto del tutto il problema, ma abbiamo fatto passi avanti importanti»
Le critiche dell’opposizione non lo convincono: «Dire che non è cambiato nulla significa ignorare il lavoro di oltre 5.000 operatori che si sono messi a disposizione nei weekend, nei festivi e in orari serali». Dei 20 milioni stanziati, già spesi in quattro mesi, sono state erogate oltre 65.000 prestazioni (contro le 50.000 previste in sei mesi), di cui 2.064 solo all’Asl di Asti. Tra queste, prime visite e indagini diagnostiche considerate cruciali: «Le prime visite – spiega – sono fondamentali perché permettono ai cittadini di rientrare nel circuito pubblico».
Il piano ha previsto anche una collaborazione tra Asl: ogni ospedale ha valorizzato le proprie specializzazioni, offrendo servizi a utenti di altri territori. E si guarda avanti: a luglio arriveranno altri 10 milioni per le prestazioni più critiche, come colonscopie, visite oculistiche e dermatologiche.
In parallelo, è previsto un maxi-concorso per 431 infermieri e altre figure sanitarie. Già 1.891 iscritti, ma secondo Riboldi non bastano i neolaureati: «Serve il supporto di professionisti stranieri, anche dall’Albania e dall’Argentina».
Riboldi conferma infine investimenti per strutture territoriali, anche nei casi in cui i fondi del PNRR sono a rischio: «Le case e gli ospedali di comunità si faranno comunque, grazie ad altri finanziamenti. In campo ci sono 1,6 miliardi per la medicina del territorio».
E ad Asti, grazie al progetto "Pronto soccorso sicuro", «dopo l’installazione delle telecamere non si sono più verificati episodi di violenza».