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Enrico Mattioda non è più presidente della Fondazione Centro Studi Alfieriani. Le sue dimissioni sono arrivate nella mattinata di lunedì, chiudendo così un mandato iniziato formalmente il 17 gennaio 2024 e durato meno di sei mesi.
Mattioda, professore ordinario del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Torino, era stato nominato presidente con decreto del Ministero della Cultura nell’ottobre 2023. Il suo incarico era stato segnato fin da subito da tensioni interne, in particolare con Carla Forno, storica direttrice della Fondazione e tra le massime esperte internazionali di Vittorio Alfieri.
A dicembre 2023, Mattioda aveva sospeso Forno per motivi disciplinari, senza prima consultare il Consiglio d’Amministrazione. La decisione aveva suscitato forti polemiche, tanto che lo stesso presidente era stato poi costretto a ritirare il provvedimento. Il CdA aveva quindi deciso per il reintegro immediato della direttrice.
Tra gli eventi significativi del suo breve mandato, spicca la visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, avvenuta nel maggio 2024. In quell’occasione, Mattioda aveva personalmente mostrato al Capo dello Stato un prezioso manoscritto di Vittorio Alfieri.
Una successione complessa
Ora si apre il percorso per individuare un nuovo presidente. Renato Grimaldi, docente universitario e vicepresidente della Fondazione, guiderà temporaneamente il Centro Studi. Il Prefetto di Asti Claudio Ventrice gestirà l’iter istituzionale. Sarà il Rettore dell’Università di Torino a proporre al Ministero una terna di nomi, tra i quali verrà scelto il futuro presidente. La nomina sarà poi formalizzata con decreto prefettizio.
Non è la prima volta che la Fondazione attraversa una fase delicata nella sua governance. A novembre 2020 il CdA sfiduciò l’allora presidente Valter Boggione, accusato di inazione. Anche in quel caso si rese necessaria una gestione commissariale, affidata alla prorettrice Giulia Carluccio, rimasta in carica fino all’arrivo di Mattioda.