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Tutto da rifare per il Gal Bma (Gruppo di Azione Locale Basso Monferrato Astigiano). L’ultimo Consiglio d’amministrazione ha annullato la riunione dei soci privati del 1° aprile, in cui erano stati eletti otto nuovi consiglieri. Una decisione che costringe a tornare al voto, riaccendendo tensioni e polemiche interne.
«La scelta è stata presa a norma di Statuto e regolamento», spiega il presidente uscente Mario Sacco, alla guida dell’ente fin dalla sua fondazione nel 1996. Il Gal è una cooperativa con funzioni simili a una Spa e gestisce fondi europei e regionali (oltre 12 milioni di euro distribuiti in 362 progetti nell’ultimo triennio). Coinvolge 103 Comuni e 21 soci privati, tra cui associazioni e realtà del territorio.
Le polemiche riguardano la legittimità di alcune deleghe nella votazione di aprile. In particolare, sono state contestate quelle della Banca di Asti, di Confagricoltura Alessandria tramite Asti Agricoltura, e dell’Ecomuseo Bma, che secondo un parere Anac sarebbe da considerare soggetto pubblico.
Il clima è teso: «Situazione mai vista prima», osserva il consigliere regionale Fabio Carosso. Il sindaco di Roatto, Bruno Colombo, esprime rammarico: «Questo scontro sta dividendo i sindaci». Intanto, Sacco avvia nuove consultazioni con l’obiettivo di indire una nuova votazione entro 30 giorni. Il futuro del Gal si gioca ora su equilibri fragili e una rappresentanza fortemente sbilanciata: i soci privati detengono quasi il 90% delle quote, lasciando ai Comuni un ruolo marginale.