Condividi:
Lo spettro dei dazi americani voluti da Trump sta già lasciando il segno sull’agroalimentare italiano. A maggio, l’export verso gli Stati Uniti ha subito un calo del 10,6% secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat, segnando un’inversione di tendenza allarmante dopo un primo trimestre in crescita (+11%).
Il dato è emerso in occasione dell’assemblea romana di Coldiretti, alla presenza del Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, del Commissario Europeo Raffaele Fitto e di una delegazione astigiana guidata dalla presidente Monica Monticone.
Ad aprile, primo mese di applicazione dei dazi aggiuntivi del 10%, l’export era già sceso al +1,3%, per poi rallentare ancora a maggio con un timido +0,4%. Tra i prodotti più colpiti: olio extravergine d’oliva (-17%), formaggi (-4%) e conserve di pomodoro (-17%). In controtendenza solo il vino, che ha segnato un +3% dopo il dato negativo di aprile.
“La diminuzione delle esportazioni non è solo colpa dei dazi — spiega Monica Monticone — ma anche dell’inflazione e della debolezza del dollaro sull’euro, che rendono i nostri prodotti meno competitivi. Questo scenario è una minaccia concreta, visto che gli USA sono il secondo mercato per l’agroalimentare italiano”.
Il direttore di Coldiretti Asti, Giovanni Rosso, aggiunge: “Più che pensare a contromisure, servono nuovi negoziati tra UE e USA per tutelare le nostre imprese. Questa disparità nei rapporti commerciali, sommata ai tagli della PAC, rischia di compromettere irrimediabilmente il futuro dell’export italiano”.
Tag: