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Il Consiglio Provinciale di Asti ha approvato oggi in via definitiva l’accorpamento tra l’Istituto “G. Penna” e il Liceo Scientifico “Vercelli”. La delibera, inserita nel Piano di programmazione della rete scolastica, prevede la nascita di un nuovo polo educativo unificato a partire dall’anno scolastico 2026-27. La decisione è arrivata nonostante le forti opposizioni manifestate nelle settimane precedenti da parte di docenti e sindacati.

“Abbiamo a cuore il futuro degli studenti e della scuola astigiana”, ha dichiarato il presidente della Provincia Maurizio Rasero, sottolineando come il dimensionamento risponda a direttive regionali, ma si inserisca in una più ampia strategia di investimenti in edilizia scolastica, efficientamento energetico e nuovi impianti tecnologici.

Un matrimonio tra opposti


L’operazione unisce due istituti diversi per storia e identità: il Penna, con oltre 400 studenti nel settore tecnico e professionale; il Vercelli, con circa 900 alunni e una forte reputazione accademica a livello regionale e nazionale. Una fusione che, almeno sulla carta, mira a valorizzare entrambe le realtà, ma che ha generato tensioni interne.

Il voto è passato con un solo voto contrario, quello del consigliere Mauro Bosia, che ha sollevato dubbi sulla reale condivisione del progetto, soprattutto da parte del corpo docente del Vercelli. Proteste ancora più accese sono arrivate dal personale dell’Istituto Penna, che ha denunciato una gestione poco trasparente del processo decisionale.

Secondo alcuni insegnanti, il collegio docenti avrebbe votato l’accorpamento in modo frettoloso e con un ordine del giorno modificato all’ultimo momento. Una controproposta di rinvio non è stata accolta e la votazione si è conclusa con una maggioranza risicata, tra astensioni e malumori.

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