Condividi:
Potrebbe diventare un caso simbolo a livello nazionale il ricorso presentato da un motociclista astigiano contro il nuovo decreto sicurezza stradale del ministro Salvini. A differenza dei tanti procedimenti legati agli autovelox, stavolta al centro della questione c’è il ritiro della patente per positività alla cannabis, nonostante l’assenza di alterazione psicofisica.
L’uomo, rimasto coinvolto in un incidente nei pressi di Motta di Costigliole, era stato portato in ospedale per accertamenti. Gli esami hanno rilevato tracce di cannabinoidi nel sangue, ma un medico del Pronto Soccorso ha certificato che non era in stato di alterazione. Nonostante questo, la patente gli è stata ritirata d’ufficio, in applicazione del nuovo decreto, che non richiede più la prova dell’alterazione per procedere.
Il motociclista ha ammesso di aver fatto uso di marijuana alcuni giorni prima del fatto, ma il suo legale, l’avvocato Jacopo Evangelista, ha contestato la legittimità del provvedimento. «La legge attuale punisce la semplice positività, anche senza effetti attivi della sostanza — spiega Evangelista —. La norma precedente era più garantista: serviva la prova di alterazione per giustificare il ritiro della patente. Ora non più».
Il Giudice di Pace di Asti, in attesa della decisione della Corte Costituzionale — già investita della questione da un’altra Procura — ha accolto il ricorso e restituito temporaneamente la patente al motociclista, fissando una nuova udienza a marzo 2026. Nel frattempo, il caso resta aperto e potrebbe avere ripercussioni su molti altri procedimenti analoghi in tutta Italia.
Tag: