Condividi:
Più trasparenza nei rapporti tra pubblico e privato in ambito sanitario: è questa la richiesta dello Sportello astigiano per il diritto alla salute, attivo da febbraio presso la Casa del Popolo di via Brofferio. I referenti – Sergio Zappa, Giovanni Pensabene ed Enrico Bestente – sollecitano l’Asl a rendere noti i dati relativi all’attività privata convenzionata e alla libera professione intramuraria, in particolare su visite specialistiche e interventi chirurgici.
«Le liste d’attesa si allungano e la libera professione, da scelta, sta diventando necessità per accedere a cure nei tempi giusti – spiegano –. È fondamentale monitorare il confine sempre più labile tra pubblico e privato».
Nei primi quattro mesi di attività, lo Sportello ha accolto 40 utenti e inviato dieci segnalazioni all’Asl per attivare il “percorso di tutela”, che consente di ricorrere al privato con rimborso pubblico in caso di ritardi. In quasi tutti i casi c’è stata una presa in carico soddisfacente; in uno, però, nessuna risposta, e si valuta un sollecito legale.
Al centro della riflessione anche la libera professione intramuraria. «La legge permette ai medici di svolgere prestazioni private all’interno dell’Asl – spiega Zappa –. Il paziente paga solo il ticket, ma questa modalità è poco usata o applicata in modo disomogeneo».
Lo Sportello chiede dunque dati chiari su convenzioni, ore di attività privata e impatto dell’intramoenia: «Solo così si potrà capire se la sanità pubblica garantisce davvero il diritto alla salute o se procede su un doppio binario».